Un intervento non ti davasta come puo' fare la chemio
Originariamente inviato da peppiniello - Ieri : 23:40:01
E chi l'ha detto che un intervento non ti devasta come puo' fare la chemio ? Qualsiasi operazione puo' avere delle complicanze e arrecare fastidi che si ripercuotono nel quotidiano.Magari le complicanze provocate da un errato intervento d'ernia inguinale non sono paragonabili a un trattamento di chemioterapia ma pensiamo ad altri interventi e alle possibili conseguenze dovute a superficialita' e incopetenza da parte del chirurgo .
Diciamo che l'esperienza di Van Herning rientra in quella casistica messa in evidenza dall'ottimo peppiniello, nell'ambito della quale inserire il dubbio sul consigliare o meno a Francy di operarsi.
Mi spiego meglio: peppy ad un certo punto dice "E se poi ci fosse qualche complicazione? Noi che insistiamo nel dire 'òperati' come la prenderemmo? E lui cosa direbbe?".
Pare strano, Van Herning e Francy tempo fa si son rimbeccati, eppure adesso il primo darebbe ragione al secondo....
Doc, fermo restando che non si discute sulla professionalità, ma se il nostro Van soffre ancora, è legittimo dire semplicemente che l'intervento non sia riuscito? Se sarà costretto a rioperarsi, la vicenda a chi è imputabile?
Fa più scalpore un intervento con complicanze che 1000 interventi scevri da esse. E' sempre stato così! Guardiamo i giornali... Ad ogni modo si tratta di essere coerenti e onesti: il paziente che deve essere sottoposto a un intervento deve essere a conoscenza delle possibili complicanze. E' ovvio che un margine di complicanze è sempre dietro l'angolo (anche senza errori tecnici), ma per fortuna come ha detto Doc è l'eccezione non la regola. Se la patologia è debilitante e il paziente, costretto a conviverci, sta male penso che sia più facile farsi carico di piccole eventuali complicanze e affrontare un intervento. Ma fin quando il problema non è vissuto non si può dire "Farei..." o "Non farei...". Poi ci sono anche i pazienti assolutisti, che la pensano diversamente, e il lavoro dei professionisti di salute in questi casi è solamente quello di metterli liberamente a conoscenza di ogni informazione e alternative. Un rifiuto di un paziente non va confuso con un suo dissenso relativo al nostro non aver informato bene o completamente. Però se il paziente, edotto sul caso, rifiuta non ci resta che accettare. Spero di esser stato esaustivo, alla luce del rispetto per il paziente che è insito alla mia professionalità.
A supporto di Marvin, c'e' un detto cinese che ripeto spesso: "Fa piu' rumore un albero che cade, che una foresta che cresce".
In ogni caso, premesso che i rischi legati ad un intervento sono comunque da prospettarsi al paziente (e non all'ultimo momento, come troppo spesso fanno alcuni) e che nella maggior parte dei casi i problemi sono piu' legati all'umana fisiologia che varia da singolo a singolo - pur non escludendo errori, che, come in tutti i campi, possono accadere (anche se l'obiettivo di non sbagliare di un chirurgo deve essere piu' rispettato che quello di un imbianchino, che, al massimo ripete la verniciatura) - nessun paziente va "forzato", ne' spaventato piu' del necessario.
E, comuque, la chemio non e' mai leggera (per necessita'), ma ci sono interventi che vanno cosi' bene che ci si chiede "perche' ho atteso tanto".
Sono certo che molta della paura del paziente sia legata al non poter avere in alcun modo parte attiva nella riuscita dell'intervento. Il paziente, pero', ha modo di fare la sua parte: il post-operatorio dipende moltissimo da lui!
Ma io non credo che sia in dubbio la conoscenza del rischio. Dato per certo che il chirurgo abbia dato tutta l'informazione possibile, nel momento in cui un paziente decida di non operarsi, la scelta dipende da lui. Ma se uno già si è operato e deve dire "stavo meglio prima", credo che il chirurgo che abbia informato il paziente del rischio - sia esso di non riuscita, sia esso un qualunque genere di complicanze - debba farsi carico di mettere il paziente in condizioni di recupero della normalità.
E questo proprio per il rispetto del lavoro del chirurgo, non trovate?
in questo concordo, ma questa e', in assoluto, la piu' frequente pecca dei chirurghi, in special modo dei "grandi nomi".
Ho affrontato tre interventi non riusciti a dovere (solo quest'ultimo, di ernia, sembra fare eccezione e spero continui cosi') e in tutti e tre i casi, e' stato impegnativo farmi visitare dai chirurghi e comunque ho ottenuto un sorriso ed un tutto a posto.
Laciando da parte la colecisti - che mi ha portato a quest'intervento di ernia, per la quale non ho neppure ottenuto di essere visitato da chi mi aveva operato - l'intervento al naso di 2-3 mesi fa non ha risolto l'occlusione (il naso e' piu' chiuso di prima e in piu' permane un cattivo odore quando inspiro!), il chirurgo ad ogni visita (da 180 euro), mi dice sempre e solo "va benissimo, sta migliorando sempre piu'" ed al mio protestare dice, un po' di pazienza, il naso sta sempre meglio! Peccato che io non sia d'accordo. Il secondo intervento, di fimosi, non e' stato ben spiegato nelle sue modalita' e nei suoi rischi (e soprattutto nell'alternativa farmacologica, che e' emersa solo dopo l'intervento) e mi ha regalato una doloranza molto limitante nell'attivita' sessuale, che mi ha fatto precipitare, a 34 anni, a non piu' di 1-2 rapporti al mese, perche' ho fastidi. Ti pare che il chirurgo si possa permettere di rispondemi con un sorriso ed un "per quello che vedo e' andato tutto bene". Contra factum non valet argumentum.
In conclusione, se i chirurghi dovessero davvero riparare alle loro imprecisioni, sarebbero forse piu' attenti, anche allo stato del paziente operato.
Sapete, credo che il doc, che si e' preso la briga di strutturare un sito simile (non e' per pubblicita', perche' ci sono siti piu' semplici per questo e pieni di vanterie), non faccia parte di questa categoria, ma penso anche che siano piu' i chirurighi menefreghisti, di quelli sensibili.
Questo vale (dovrebbe valere) per tutte le categorie, non solo per i chirurghi. Ad ogni modo è anche vero che la soggettività influenza molto e ogni paziente può presentare disturbi a sè stanti. Di fronte a delle complicanze però - per rispondere ad Antonio - non sempre è possibile riportare uno status di perfetta salute...
Questo vale (dovrebbe valere) per tutte le categorie, non solo per i chirurghi. Ad ogni modo è anche vero che la soggettività influenza molto e ogni paziente può presentare disturbi a sè stanti. Di fronte a delle complicanze però - per rispondere ad Antonio - non sempre è possibile riportare uno status di perfetta salute...
Originariamente inviato da marvin250782 - Oggi : 15:54:46
Ma certo, figurati, marvin. Poi dipende dalla complicanza, no? Per quanto riguarda le categorie, io posso mettere in mezzo la mia. La professione di dottore commercialista si dice cominci a dare i suoi frutti all'età di 40 anni.... data la complessità delle cose da sapere e data l'esperienza necessaria da assumere sul campo. Proprio per questo capita di fare degli errori, e da questi imparo certamente se ho la maturità di accettarli, e cercare di capire dove è stata la mia mancanza. E quando mi rendo conto che potevo evitare l'errore, pago di persona. Da questo atteggiamento, in passato, i miei clienti hanno sempre compreso che l'errore poteva capitare, e la loro fiducia non è venuta a mancare. (però ovvio che ci sia rimasto malissimo io per settimane)
Io dico solo che, come giornalista, oltre che insegnante, sono a conoscenza di decine e decine di casi di malasanità. Ma ciò esula dal mio concetto, che ripeto: per me la scienza è ancora impotente di fronte al tumore, almeno nella maggior parte di essi. Ti operano e poi ti massacrano di chemioterapia. Io la penso così, mi spiace per chi non si rassegna a non voler capire, e non credo sia necessario ricorrere ad immagini forti di vomito e diarrea per dimostrare il contrario. Se vogliamo fare la gara degli orrori, beh quelli della chemio sono decisamente peggiori, e non aggiungo altro per rispetto di chi soffre.
In effetti, per ora la scienza e la medicina possono poco contro i tumori. Per ora si combatte utilizzando la peculiarita' delle cellule tumorali di riprodursi ad alta velocita', quindi si somministrano farmaci che colpiscono cellule con questa caratteristica. Il futuro punta, seppur con grandi difficolta', ad altre specificita' (oncogeni, recettori di superficie, ecc); cosi' la terapia sara' sempre meno pesante e l'intervento, in alcuni casi, meno necessario. Ho grandi speranze per il tumore, per un preciso motivo: il cancro non e' una fonte di guadagno particolarmente importante per Big Pharma e quindi le eventuali scoperte future non saranno tenute nascoste (come invece, temo, per l'HIV).
Però Fra non puoi generalizzare così eh... Ma siam arrivati a discorsi etici partendo dal tuo problema... tornando a te come vivi questa tua vita con l'ernia? Ti chiedo questo per sapere se la vivi con limitazioni funzionali. Perchè, non so se lo sai, ma anch'io ho tentennato 7 anni prima di operarmi perché non mi dava fastidio... ma poi sai com'è: o tenevo l'ernia dentro o alzavo la barella autocaricante per caricare il paziente in ambulanza, o stendevo l'intestino sulla barella... :) Quindi, siccome ho 2 sole mani, ho optato per la risoluzione del difetto di parete e ora non devo più limitarmi. Finché però uno non vive il reale problema (o non si incarcera, quindi è un dolore lancinante che richiede una decisione immediata onde evitare complicanze fatali) non si accorge che è meglio stare senza limitazioni (correggibili...). Che ne pensi? Hai mai pensato che potrebbe accadere? Come pensi di reagire di fronte a tale situazione (facendo le dovute corna...)? Un abbraccio amichevole (PS: x deviazione professionale, amo i pazienti difficili...)
Modificato da - marvin250782 on 31/01/2008 20:51:26
posso capire una cosa, tornando al topic una volta per tutte, ma la riparazione di un'erna inguinale non e' un intervento ancora meno invasivo di quello per la subincisionale (che e' l'unica - e spero rimanga tale - che ho provato)? non si potrebbe affrontare addirittura in anestesia locale? a naso direi di si, quindi qualche rischio in meno e soprattutto meno senso di impotenza ci sarebbe...