È passato circa un'anno dall'operazione, la quale ha avuto un decorso con parecchi mesi di dolori localizzati intorno alla cicatrice. Mano a mano però si sono diradati ed affievoliti, fino a scomparire pochi mesi fa. Purtroppo la mia felicità per il "lieto fine" è durata poco.
Da un paio di mese sono comparsi dolori localizzati nella stessa zona dell'ernia. Nulla a che vedere con i dolori relativi alla ferita, che percepivo come una sorta di "tensione" dei tessuti in superficie. Questi nuovi dolori assomigliano molto - per come me li ricordo - a quelli dell'ernia. Dolori sordi, profondi, piuttosto forti. Vanno e vengono, di solito compaiono nel pomeriggio o alla sera e durano qualche ora, ma può anche capitare un giorno "tranquillo".
Ho subito sospettato una recidiva, il medico mi ha reindirizzato allo specialista, che alla palpazione non ha rilevato nulla. Tuttavia, coscienziosamente, mi ha fatto fare una TAC. Proprio oggi mi ha telefonato il risultato, riassumo qui di seguito ed integro con gli appunti che ho trovato sulla mia cartella clinica (qui in Danimarca la posso consultare su Internet), purtroppo il quadro (almeno per me) non è chiarissimo, chissà se qualcuno dei frequentatori del forum mi può aiutare a capire meglio le alternative, e come muovermi/che domande fare nel prosieguo dei miei rapporti con il servizio sanitario in loco.
La buona notizia è che non c'è recidiva :-)
Però qualcosa c'è. La specialista ha accennato ad una probabile infiammazione, possibilmente in qualche modo insorta a seguito dell'operazione (ha anche accennato a qualcosa relativo all'intestino, ma nel referto della TAC che cito più avanti non ne ho trovato traccia). A livello terapeutico ha accennato ad iniezioni localizzate di antidolorifici e/o ormoni, di efficacia non assicurata e con possibili effetti collaterali. Abbiamo concordato che resto in "standby", nei prossimi sei mesi potrò a mia discrezione accedere ad una nuova consultazione "saltando la fila". Nel frattempo vediamo se i dolori scompaiono (magari!) oppure si accentuano... Mah... ho deciso saggiamente? oppure dovrei farmi/ fare altre domande?
Per quanto riguarda il referto della TAC... traduco a braccio:
"Sono visibili conseguenze dell'operazione nella regione inguinale sinistra, nessun segnale di recidiva, ma il funicolo spermatico sinistro è ingrossato in larghezza, e si trova una "reazione" del tessuto adiposo nella zona circostante: può essere un segnale di infiammazione. Vicino al funicolo spermatico sinistro si vede una ghiandola linfatica leggermente ingrossata di grandezza 13 mm. La prostata è leggermente ingrossata, misura 61 x 42 mm e contiene piccole calcificazioni. A parte si rileva la scoperta di un piccolo calcolo nel rene sinistro di circa 4 mm"
accidenti, quando si legge un referto tutto appare, tendenzialmente, complesso e pieno di descrizioni insidiose. Così a occhio non mi sembra così problematica, ma sentiamo doc il funicolo viene spesso coinvolto ma in genere non procura grossi problemi
la buona notizia è senz'altro che non c'è recidiva
Anche adesso mentre scrivo... ahi ahi... vabbé vedo di affrontare la situazione "da adulto" :-D una delle domande concrete che mi pongo è la seguente...
Il referto TAC esclude che si tratti di una pubalgia o di una qualche forma di infiammazione connessa all'attività fisica/ sportiva?
Su internet ho letto che in tali casi bisogna mettersi "a riposo" immediatamente pena complicazioni e magari anche cronicizzazione del dolore. Io sono piuttosto attivo (cammino almeno 7/8 km al giorno, faccio jogging 2/3 volte alla settimana dai 5 ai 10 km, palestra, nuoto ecc ecc) ovviamente alle mie attività tengo abbastanza ma se è necessario prendermi una pausa, dovrò farmene una ragione...
In relazione alla risposta dell'amministratore... in effetti la specialista si era consultata con un urologo prima di chiamarmi, e di qui la proposta di iniezioni a base di antidolorifici ed ormoni, immagino siano arrivati alle tue stesse conclusioni.
Però mi ha anche accennato a controindicazioni non meglio specificate, mi ha chiesto se i dolori fossero più o meno tollerabili, ed è li che abbiamo deciso di mettermi in "standby".
In questo caso la domanda è... faccio male ad aspettare? oppure l'unico inconveniente è che mi dovrò tenere i dolori un po' più a lungo?
non credo ci sia una scelta giusta e una sbagliata dipende da quanto il dolore impedisce la vita normale per vita normale non intendo però quella che tu sei abituato a fare e che è costituita da una attività piuttosto intensa
personalmente anche io aspetterei riducendo l'attività a quella che crea (dovrebbe creare) meno problemi, nuoto e camminare
Giusta o sbagliata... ora ho fatto la mia scelta :-)
Rinvio di 3 mesi, ma nel frattempo continuo con la mia vita normale, che per me vale a dire continuare ad esercitare tutte le attività disiche, comprese quelle più impegnative: un conto è mettersi a riposo "forzato" per pochi giorni, un conto è cambiare "stile di vita" per un periodo lungo.
I dolori sono tollerabili, 3 mesi non sono un'eternità, vediamo se le cose si risolvono da sole.
E se non si risolvessero... proprio ieri mi è arrivata la lettera dello specialista che riportava i contenuti della conversazione telefonica di cui avevo già riferito. Nella lettera si precisa in cosa consista la famigerata "iniezione", e dai termini scientifici sono risalito alla comune definizione di "cortisone", ed ora sono in grado di valutare meglio i pro e contro. Tutto sommato mi sembra che una singola iniezione non dovrebbe far particolarmente danni, qualche anno fa ne avevo fatta una per un altro problema, era stata efficace ed era filato tutto liscio.
Insomma, vedremo. In ogni caso mi farò vivo per aggiornare il post, così se qualcun'altro si dovesse trovare nella mia situazione saprà dove sono andato a parare :-)