Salve. Vi scrivo questo post perchè vorrei avere una vostra opinione su una situazione spiacevole verificatesi ad cara una signora amica di famiglia. Vi illustro il quadro clinico della signora:
Età di 84 anni Buona salute generale con accenno di gammapatia monoclonale. Maggio 2008, frattura persottotrocanterica femore sx Intervento chirurgico con applicazione di un chiodo endomidollare Gamma lungo. Prescritta deambulazione con l’ausilio di un girello. Controlli a 1, 3, 6 mesi prescritto l’uso del girello. Al controllo radiografico di novembre, frattura non completamente calcificata, deambulare con girello o bastone. A maggio 2009 dopo controllo radiografico: può deambulare autonomamente. Con tutti i riguardi del caso è giunta a fine settembre. Per tutto il periodo precedente fin dall’intervento ha manifestato doloretti in prossimità del ginocchio e dell’anca, poi c’è stato un brusco peggioramento, con forti dolori all’altezza dell’anca. Alla radiografia risulta una rifrattura sottopertrocanterica con danneggiamento del chiodo endomidollare e sue viti di fissaggio. In corrispondenza della vite di fissaggio alla testa del femore, la parte superiore del chiodo risulta disallineata da sforzo, le due viti lato ginocchio, risultano piegate da carico una delle quali appare parzialmente spezzata. Tra i possibili interventi sta prendendo corpo l’ipotesi di un innesto osseo da banca dell’osso.
La signora è al momento ricoverata presso l'ospedale che l'ha operata, in attesa di prendere una decisione sul da farsi (probabilmente ri-operarla la settimana prossima). Secondo voi come conviene intervenire per rimetterla in sesto? E riguardo l'accertamento delle responsabilità riguardo la parziale rottura della protesi, come e a chi ci si deve rivolgere? Parliamo della zona di Reggio Emilia. Grazie
ed ecco la risposta dell'ottimo e veloce doc pegreffi:
Caro Ezio,
i problemi di questo caso sono essenzialmente:
1) valutazione della malattia di base cioè gamm. monocl. alla quale sono associati disordini importanti del metabolismo osseo. L'osso è l'impalcatura sorretta da un mezzo di sintesi (nel nostro caso il chiodo) e il mantenimento dell'equilibrio omeostatico è indispensabile.
2) valutazione del mezzo di sintesi posizionato inizialmente, osservando le lastre
3) valutazione del mezzo di sintesi dopo rifrattura (ultima radiografia) e valutazione del tipo di rifrattura (semplice frattura, da stress, da osso osteoporotico, da secondarismo)
4) valutazione delle VES e PCR del paziente per escludere la natura settica del cedimento dell'impianto
Io non mi farei mettere nulla da cadavere per 2 ragioni:
1) il paziente con gamm. monoclon. è generalmente un pochino immunodepresso e quindi materiale estraneo non è sempre ben gradito.
2) l' osso di cadavere è sempre più rigido rispetto all'osso osteoporotico e biomeccanicamente risulta un sistema non molto omogeneo.
Alla fine bisogna visitare il paziente, cosa più importante di tutte.