Esperienza che potrebbe essere utile durante le fasi della "diagnostica" poiche' si raggiunge la certezza solo "aprendo". Dopo i vari dubbi tra: ernia, laparocele. spigelio, fecaloma, linfonodo, ecc. Risultato: diastasi/relaxatio.
Vorrei chiedere, gentilmente, al doc. se conosce casi come il mio, il percorso e se, come mi e'stato detto, la recidiva statisticamente ha un'alta percentuale.
Non e' stata inserita rete protesica. La descrizione dell'intervento recita:.." il piano fasciale viene preparato in toto...pertanto si procede a plicatura della fascia dell'obliquo sino al suo incontro con la fascia del retto... si procede a sintesi della a strati medicazione compressiva.." Questo si considera " sutura diretta" ?
A detta del chirurgo la membrana muscolo-fasciale e' risultata priva di fori. Si nota, pero',.. "diastasi -eccessiva distensione della fascia degli obliqui".. Non e' forse questa la nota piu' preoccupante poiche' se, la diastasi diventa estesa, potrebbero subentrare altre ernie visto che la parete addominale non riuscira' piu' a trattenere i visceri che tendono a fuoriuscire. ? Grazie
A distanza di 13 gg dall'intervento: miglioramento dei dolori e si intravede un inizio di recupero, peraltro molto lento. Nella (due ferite) si nota ancora fuoriuscita di sangue (non copiosa ma evidente). Dopo un leggero coagulo rimosso dalla dott.ssa 4 gg fa in zonadi una ferita e' aumentata la perdita di sangue dalle due ferite. Forse a causa di cedimento di due o piu' punti (punti riassorbibili) La pelle dell'addome risulta abbastanza "tirata" e, sembra, essere sotto sforzo (nonostante mutande contenitive e fascia) a parte qualche colpo di tosse e starnuti, niente sforzi e riposo. Fra due gg ci sara' ulteriore controllo chirurgico.
Ulteriore controllo chirurgico. Le due ferite continuano a sanguinare (dopo 17 gg. dall'intervento) ma "ematoma migliorato" rispetto al precedente controllo. Si aspirano 20 cc. di liquido sieroematico. Mettere Neomercurocromo sulle ferite. Compressioni con fascia e mutande contenitive. Da rivedere tra una settimana.
A 27 gg dall'intervento - sembra - che il sanguinamento sia cessato. Ora appare piu' evidente e mi sembra riscontrare quanto segue: - un rigonfiamento nella parte dx dell'addome, in veriticale, direi 15 cm x 10 circa, abbastanza evidente, una parte di questo rigonfiamento e' insensibile al tatto. La cute esterna (del rigonfiamento) appare del medesimo colore del resto della cute. Dall'esterno non sembrerebbe "ematoma". Possibile che sia tutto coagulo ematico? Potrebbe essere una "cheolide" con questa consistenza dura ed elastica di forma irregolare (in parte insensibile) questo gonfiore? Un eco puo' essere sufficiente per avere una visione chiara del problema oppure occorre altro esame diagnostico? Grazie
Domanda per il Doc: negli interventi in "day surgery" (ernie, laparoceli, diastati, ecc) in genere non si fa drenaggio poiche' il paziente deve uscire entro sera? Nel mio caso un drenaggio avrebbe evitato la formazione di un coagulo ematico (ammesso che sia veramente e solo un coagulo) di una certa rilevanza? Lei, Doc, ha esperienza di casi del genere ? Grazie
Penso che laparoceli in day surgery sia un azzardo, a meno di dimensioni veramente piccole, perchè non si può fare una plastica veramente tale. Il drenaggio si può mettere e mandare a casa col drenaggio, che potesse evitare l'inconveniente non lo so non c'è la controprova...
Prelevato altro 50 cc di siero ematico (sotto eco) il resto, pare, sia coagulo duroo e secco. Dovra' assorbirsi naturalmente. Rimane cmq ancora rigonfiamento.
In data 13/3 altra puntura per prelievo (sotto eco) solo 20 cc. La parte liquida sembra, per ora, esaurita. Si riassorbira' nel tempo. Ridotto leggermente il gonfiore dell'ematoma. Per il momento, pare, non e' possibile fare altro. Alla prossima visita. Diastasi-relaxatio
In data 20/3 "si procede con agocentesi eco-guidata con evacuazione di 8 cc di sangue scuro programma topici; controllo ambulatorio fra un mese. " Rimane gonfiore duro, dopo intervento parietale , importante coagulo ematico poco doloroso.
Domanda: dopo quasi due mesi dall'intervento, il coagulo, non potrebbe creare complicanze del tipo: fibrosi, trombosi o altro? Il coagulo duro e fermo non crea necrosi delle cellule che possono andare in circolo? Grazie
Una fibrosi potrebbe creare "stenosi" e ostacolare (e comprimere) i visceri addominali creando difficolta' nel transito intestinale (forte stipsi in corso e peggiorata dal dopo intervento). ? Inoltre un "sieroma" non richiederebbe un esame colturale del siero per verificare un'eventuale infezione (pur non rilevando febbre) ?
Non sara' controproducente questa situazione di "attesa" degli eventi per poi, forse, intervenire con un rimedio tardivo? Sara' sensata questa procedura di convivenza con una parte dell'addome insensibile pieno di liquido imputridito, una raccolta ematica(forse infetta) dura con evidente gonfiore. Il prossimo controllo dal chirurgo sara' il 17 aprile c.a. Grazie
La fibrosi è superficiale, non tocca l'intestino. Se il sieroma non ha segni di infezione può non essere drenato. L'esame batteriologico è a giudizio del chirurgo che vede la situazione locale.