Alcuni dubbi pratici legati all'operazione di ernia inguinale:
1) sulla brochure che mi ha rilasciato l'ospedale, è scritto che è necessario farsi accompagnare. Io non ho nessuno che possa farlo e l'ospedale dista circa 4 ore dalla mia abitazione (dopo l'operazione, quindi, dovrò prendere un bus e poi un treno). Come faccio?!? (dovrei essere operato in day surgery)
2) il medico mi ha detto che per un mese dall'operazione dovrò stare a riposo. Siccome lavoro, come faccio a stare fermo tutto questo tempo?!?
3) ho letto che oggi, in genere, si opera con protesi autoffissanti senza necessità di sutura. E' vero questo oppure dovrò tornare in ospedale per farmi togliere i punti?!?
1 Non hai un amico che ti possa almeno venire a prendere dopo l'intervento? L'aiuto di qualcuno può essere davvero utile anche a casa, almeno nei primi tre giorni.
2 Dovresti poter avere un periodo di convalescenza nel postoperatorio prescritto dall'ospedale o dal tuo medico, sentiamo gli altri Amici che lavorano come dipendenti...
3 Le protesi possono essere fissate con punti o meno a secondo della tecnica usata, dovrai solo tornare in ospedale per togliere i punti esterni, o le graffette, ma la cosa sarà totalmente indolore.
1 non è che dopo un intervento d'ernia non si possa stare soli, però è meglio essere in compagnia per ogni evenienza e sicuramente non tornare a casa da soli con 4 ore di viaggio
2 in realtà dipende molto anche da come sarà il tuo post operatorio io sono rientrato al lavoro (da scrivania) dopo 15 giorni altri hanno ricominciato anche dopo 1 sola settimana ma se devi trasportare pesi 1 mese ci vuole proprio
3 se non ci sono problemi eventualmente, mettendoti d'accordo, i punti te li può levare anche il tuo medico per non ritornare in ospedale (se sono quelli esterni) altrimenti non c'è praticamente niente da togliere
Anche per quanto scritto sopra dal Medico Amministratore, mi sto orientando per una visita presso l'ospedale Monaldi di Napoli che so essere all'avanguardia per gli interventi in laparoscopia (il San Camillo di theref per un "terrone" come me è troppo lontano). Se ho capito bene, questo tipo di interventi, consentirebbero una rispresa più rapida ed indolore. E poi voglio valutare se è possibile operare anche la punta d'ernia che ho a dx per togliermi il pensiero. L'alternativa è il San Giovanni Bosco (sempre di Napoli) ove hanno adottato questa protesi Progrip che, dicono, consentirebbe di azzerare il rischio di dolore cronico post-operatorio (che temo molto: le statistiche parlano di un 30% di operati d'ernia che hanno poi problemi cronici). Se c'è qualcuno tra gli iscritti che conosce il prof. Corcione e/o il dott. Cuccurullo (entrambi del Monaldi) sarei grato se mi fornisse qualche info anche in privato. Grazie.
E' vero. Il paese è San Candido e non San Camillo. Chiedo scusa per la confusione. Mi sto orientando, però, per una visita al Monaldi di Napoli, anche perchè ho letto che in tema di laparoscopia il prof. Corcione e il dott. Cuccurullo (che esercitano in quel ospedale) sono dei grandissimi esperti non solo in ambito nazionale. Nessuno ha avuto esperienze presso quell'ospedale? Mi rendo conto di non avere ancora le idee ben chiare. Se volete, chiamatemi pure sig. Tentenna
Io ricordo di aver letto spesso il nome del dottor Corcione qui nel Forum e se ne parlava in termini positivi, però una referenza sicura sulla situazione di Napoli te la potrebbe dare AntonioDL, prova a mandargli un messaggio privato, sarà certamente pronto ad aiutarti. Nel frattempo, se vuoi fare una ricerca nell'archivio del Forum, tramite la funzione "Cerca" e inserendo "Corcione" come parola chiave, troverai tre pagine di discussioni nelle quali il suo nome compare. Tranquillo, siamo stati tutti incerti sul da farsi, ma poi si trova il coraggio e tutto si risolve.
Resta con noi e non avere riguardi, qualcuno pronto a rispondere qui c'è sempre.
Io sono stata da un medico dell'equipe del prof. Corcione per il mio laparocele. Messa in lista di attesa, sono stata chiamata dopo un anno. Essendo venerdì pomeriggio e dovendo essere sul posto il lunedì mattina, chiesi di poter posticipare per darmi il tempo di organizzare la famiglia e la degenza, dato che abito a 300 km da Napoli. Mi fu risposto che dovevano depennarmi. Venerdi scorso sono stata operata in un piccolo ospedale e sono rimasta contenta. Tutto questo per dirti che è giusto informarsi, ma poi scegli secondo le tue sensazioni. Devi aver fiducia nel medico che ti deve operare. Certo poi non tutte le ciambelle riescono col buco e quando si tratta della nostra salute son cavoli. Te lo dice una che per un intervento di colecistectomia si è ritrovata con 3 laparoceli...
Certo che fa specie la differenza che c'è tra i titoli accademici e i riconoscimenti scientifici attribuiti a determinati personaggi e quelle che sono le esperienze dirette raccontate in questo forum tutt'altro che lusinghiere nei confronti di quelle stesse persone. Dice bene Mimmi che bisogna avere fiducia nel medico che ti opera. Ed è appunto quello che io sto cercando di appurare nei miei post ovvero chi sono i medici meritevoli di fiducia. Perchè se è vero (ed è vero) che 1 erniato su 3 ha problemi cronici nel post-operatorio, significa che 1 chirurgo su 3 non è meritevole di fiducia. E mi domando anche perchè tanti erniati italiani sono costretti ad andare in Germania per rimediare ai danni dei ns. chirurghi. Non accusatemi allora di mancanza di coraggio. Riprendendo una citazione del film Scarface, nella vita ci vogliono le "palle". Per questo preferirei preservarle soprattutto dai rischi di una banale operazione d'ernia.
Concordo pienamente con Mimmi, bisogna provare fiducia nei confronti del medico che ci troviamo di fronte, io ho seguito lo stesso principio e sono stato contento della mia scelta, ma sono anche stato fortunato, non sempre le nostre sensazioni sono quelle giuste. Non credo sia giusto generalizzare, per un erniato con problemi ce ne sono tantissimi che non ne hanno più e vivono bene come prima, e non è necessario andare all'estero, anche là capitano gli errori, le capacità ci sono anche qui da noi e l'ospedale di San Candido ne è un esempio.
Infatti, caro Marcello, non ho generalizzato. Ho scritto che 2 erniati su 3 non hanno problemi mentre 1 erniato su 3 ha problemi cronici post-operatori. Non lo dico io, ma statistiche provenienti da fonti autorevoli. Ciò significa che chi si approccia ad un intervento di ernia inguinale, ha il 30% di possibilità di avere dolori cronici per il resto della sua vita. Sull'ospedale di San Candido abbiamo avuto ottime referenze, è vero. Però, lì praticano la laparoscopia che la stragrande maggioranza dei chirurghi, invece, sconsigliano (salvo recidive ed ernie bilaterali). Poi ci sono medici autorevoli che scrivono che le protesi autofissanti sono la soluzione contro tutti i problemi, altri, altrettanto autorevoli, invece, che scrivono che queste non servono a niente Insomma, io vorrei solo un po' di chiarezza e coerenza perlomeno tra i medici nei quali dovremmo riporre la nostra fiducia.
Non è tanto un problema di coerenza tra medici quanto di comunicazione con il paziente. Al Monaldi mi fu detto che sarebbe stata eseguita una plastica in laparoscopia, ma che mi sarebbe rimasto un bozzo sul fianco. Nell'ospedale dove mi sono operata adesso, il chirurgo mi ha proposto la laparoscopia ma considerata la mia patologia voleva studiarsi bene la Tac e mi ha anche rimandato l'intervento. Tre giorni prima, mi ha fatto visitare anche dal chirurgo che lo avrebbe affiancato in sala operatoria. Dopo mi ha elencato una serie di possibili complicazioni che avrebbero dovuto spingermi a scappare il più lontano possibile. Non l'ho fatto, al momento l'intervento, pur lungo e laborioso, e' tecnicamente riuscito. Se ci saranno complicazioni, si affronteranno. Ripeto 4 anni fa, ho subito un intervento di colecistectomia. Sono entrata in sala operatoria sapendo di fare una laparoscopia. Mi sono ritrovata con un intervento in open e con una ferita erniata gravemente, eppure l' equipe che mi aveva operata era di tutto rispetto e lo stesso chirurgo che mi aveva operato adesso è primario di quel reparto. Quando si affronta un intervento non si ha nessuna certezza assoluta, anche affidandosi alla miglior struttura o medico. Sicuramente è importante che abbiano competenza nel campo di intervento.
Stiamo parlando di cose diverse perchè il problema della comunicazione tra medico e paziente e tutt'altra faccenda. Quando scrivo di coerenza e chiarezza, mi riferisco al fatto che nei confronti della medesima patologia (in questo caso stiamo parlando di ernia inguinale) chirughi altrettanto illustri hanno approcci completamente diversi. E allora, se non riescono a mettersi d'accordo tra di loro, come faccio io, povero paziente che non distingue una tibia da un femore, sapere di chi deve fidarsi? Sono stato qualche tempo fa presso una delle più importanti cliniche pugliesi ove mi è stato detto che la laparoscopia per un ernia primitiva non ha nessun senso ed è controindicata. Hanno ragione loro oppure i medici del San Candido? Ho letto una diatriba di qualche tempo fa tra il primario del San Giovanni Bosco di Napoli ed il medico amministratore di questo forum riguardo l'uso delle protesi Progrip (risolutive per il primo, sostanzialmente inutili per il secondo). Anche qui, chi ha ragione? Qualcuno mi vuole spiegare quali dovrebbero essere i criteri in relazione ai quali dobbiamo decidere se riporre la ns. fiducia in un medico piuttosto che in un altro? Sulla base del nostro sesto senso, come scrive Marcello? Lo ripeto, il problema della comunicazione tra medico e paziente non c'entra nulla.