Ok, rieccomi qui dopo un mese di latitanza...alla fine ho optato per operarmi a Castelfranco Veneto, dove esercita il chirurgo segnalatomi da effequ (anche se non sono sicuro che sarà proprio lui ad operarmi) e dove usano le protesi "autoadesive" menzionate nell'intervista riportata. Oggi ho fatto analisi e visite preoperatorie, e, se non cambio idea all'ultimo momento e scappo in preda al panico, fra una quindicina di giorni mi opereranno, mi devono chiamare domani per dirmi la data precisa. Leggo che qualcuno suggerisce di provvedere da sé alla depilazione prima dell'intervento, ma quale tecnica suggerireste per portare a termine quest'impresa cercando di ottenere un buon risultato e contemporaneamente non soffrire troppo? Ceretta, rasoio, crema, altro?
Vedo che hai "tratto il dado" e attendi il giorno fatidico, tranquillo! Andrà tutto per il meglio e poi sarai felice d'esserti liberato dell'ernia!
Nel frattempo ti allego tre link utili per una dettagliata lettura: l'esperienza di Lucio che è il "vademecum" dell'erniato, una discussione specifica sulla depilazione e la mia esperienza che fu molto positiva; buona lettura!
ma quale tecnica suggerireste per portare a termine quest'impresa cercando di ottenere un buon risultato e contemporaneamente non soffrire troppo? Ceretta, rasoio, crema, altro?
Originariamente inviato da hardhu - Ieri : 19:33:28
Crema depilatoria, magari con una prova preventiva per evitare allergie. Sembra sia meglio per eliminare la possibilità di infezioni per i micro taglienti che il rasoio può fare. La ceretta nooooo, troppo male
Volevo solo sapere che ne è stato della preocupazione di sospetto bilaterale? Sbaglio o c'era una preoccupazione in questo senso? Avevi poi fatto accertamenti?
Volevo solo sapere che ne è stato della preocupazione di sospetto bilaterale? Sbaglio o c'era una preoccupazione in questo senso? Avevi poi fatto accertamenti?
Originariamente inviato da marco70 - 05/11/2014 : 21:36:15
Il sospetto era mio, perché ogni tanto a sinistra sentivo dei dolorini che assomigliavano a quelli che ho sulla destra, ma la nuova visita chirurgica che ho effettuato in seguito al cambio di ospedale in cui operarmi ha escluso un'ernia a sinistra, per cui o è così piccola che non è rilevabile dalla mano del chirurgo, oppure si tratta di una mia suggestione...comunque sia il gran giorno è arrivato, in teoria doveva essere giovedì, ma mi hanno chiamato poco fa per anticipare l'intervento a domani, per fortuna (o per sfortuna, a seconda di come si guardi la cosa) in questo periodo non lavoro e quindi ho potuto acconsentire alla loro richiesta. Sarò lì alle 7 di domattina, quindi levataccia prima dell'alba dato che devo farmi una doccia disinfettante con un prodotto che mi hanno dato loro, e poi farmi 45 minuti d'auto. Sempre che una crisi d'ansia non mi blocchi prima, ma stranamente oggi sono meno agitato dei giorni scorsi. Sono già a dieta semiliquida da ieri, non mi resta che provvedere alla depilazione secondo i vostri consigli, e poi cercare di rilassarmi nell'attesa dell'intervento. Quanto dura in media?
tranquillo, l'intervento di solito dura meno di un'ora, poi con l'effetto della sedazione e dell'anestesia si resta "tramortiti" e sembra che il tempo passi in un lampo. Vedrai che andrà tutto benissimo! Cerca di non pensarci troppo, rilassati nell'attesa facendo cose che ti piace fare, quando sarà tutto fatto ti stupirai di quanto sia veloce e semplice, più di quanto comunemente si immagina.
Ciao, posto la mia "testimonianza" che sono ancora fresco: nemmeno una settimana
Durante l'intervento non senti nulla, l'anestesia locale non è dolorosa, la spinale non l'ho praticata.
Sei legato al lettino operatorio ed il tranquillante agisce in modo rapido e ti sembrerà proprio di dormire. Ha la durata dell'intervento; nel mio caso l'intervento è durato circa sui 25 minuti, il resto è preparazione.
Quando sei in sala operatoria le persone che ti seguono (chirurgo, dottore, infermiere, anestesista) sono professionisti e non puoi sentire il male. Sentirai inizialmente un po' freddo appena entrato in sala, ma è normale. Affronta la cosa come: "finalmente vado in sala operatoria, quando esco non avrò più l'ernia e sarò contento"...
Eccomi a casa dopo una lunga giornata...non particolarmente soddisfatto di come è andata finora. Iniziamo col dire che sono stato convocato alle 7 di mattina, portato in sala operatoria alle 12, e operato alle 13 passate. Praticamente sono stato l'ultimo della giornata operato in day surgery, un bel ringraziamento per aver accettato, su loro richiesta dell'ultimo momento, di anticipare ad oggi l'intervento inizialmente previsto per domani. Tento di fare un breve resoconto della giornata: dopo l'arrivo rimango in sala d'attesa circa un'oretta, dopodiché vengo chiamato una prima volta, solo perché un medico mi faccia una croce sulla coscia destra per indicare il lato dell'intervento. Ritorno in sala d'attesa, e dopo una mezz'oretta vengo richiamato per la vera accoglienza, misurazione della pressione, domande di rito e firme sui moduli. Dopodiché un'infermiera rifinisce la mia depilazione, e un'altra mi accompagna in camera, preannunciandomi che non sarò operato prima delle 12 perché sono appunto l'ultimo della giornata, e che potrei anche non essere dimesso in giornata per lo stesso motivo (e perché abito a più di 20 minuti d'auto dall'ospedale, immagino a scopo precauzionale). A questo punto mi svesto, mi metto il mio pigiama e provo a dormire per un po': sono circa le 9 e mi attendono tre ore di attesa. Naturalmente l'impresa non è semplice, per via dei rumori provenienti dalla corsia, e per la mia ansia. Verso le 10.30 viene riportato in camera il mio compagno di stanza, che scoprirò più tardi essere stato operato anche lui di ernia inguinale destra dal primario di chirurgia (conterà forse qualcosa il fatto che è cugino dell'infermiera che ha fatto l'accoglienza? Si, lo so che sembra una malignità, forse sono solo irritato per il fatto che io, pur avendo fatto la visita chirurgica con il primario, sono stato operato alla fine da un suo collaboratore; o forse sono invidioso del fatto che a lui l'operazione sembra andata decisamente bene, tant'è che nel pomeriggio già smaniava per mangiare qualcosa e andare a fumarsi due sigarette). Ma torniamo al mio caso: finalmente dopo le 12 vengo portato nel blocco operatorio, dove vengo trasferito tramite un piano semovente che delimita l'area sterile dal lettino di degenza a quello operatorio. A questo punto l'iter si arena perché chirurgo e anestesista sono impegnati ancora in un'altra operazione, e quindi rimango parcheggiato per una mezz'oretta fuori dalla sala operatoria, dopo che un'infermiere mi ha infilato l'ago cannula sul braccio a cui ha attaccato un bolo di fisiologica. Desta preoccupazione nello staff la lista di farmaci pericolosi in caso di favismo, che viene letta da diversi infermieri, e, quando infine arriva, anche dal chirurgo, il quale però sembra l'unico sicuro di sè, e afferma che non ci sono controindicazioni all'uso degli anestetici locali. L'anestesista invece, per eccesso di scrupolo, decide che sono abbastanza tranquillo per non aver bisogno di tranquillanti durante l'intervento, che quindi mi godrò in tutte le fasi perfettamente sveglio. Vengo quindi portato dentro la sala operatoria, mi infilano il ditale che misura non so bene cosa (forse battito e saturazione), il bracciale misura pressione, più tre piccole simil-ventose circolari che vengono piazzate sul torace all'altezza delle spalle. Vengono tesi i teli che mi impediranno la visione delle operazioni, e i giochi cominciano. All'inizio non sento nulla, vedo solo del fumo levarsi in aria, dall'odore intuisco che ha a che fare con la mia carne, ma non indago ulteriormente. Man mano che l'intervento avanza però i fastidi si accentuano, e ad un certo punto il chirurgo decide, senza mia sollecitazione, di fare un'ulteriore puntura di anestesia. Il chirurgo e il suo aiuto parlano a voce sufficientemente bassa perché io non capisca quello che dicono, tranne quando si rivolgono alle infermiere per chiedere gli strumenti e la protesi da inserire. Questo è il momento più fastidioso, in cui sento strattonare i tessuti e ad un certo punto percepisco che qualcosa di estraneo è stato introdotto al mio interno, e preme un po' contro la parete addominale. Per fortuna l'inserimento dura pochi minuti, dopodiché i chirurghi cominciano a richiudere il tutto, sento l'ago che passa avanti e indietro, e l'ultimo punto, evidentemente perché l'effetto dell'anestesia comincia a scemare, mi da particolarmente fastidio. Finito l'intervento vengo riportato nella camera di degenza temporanea che sono le 14 passate. Mi attaccano una flebo di fisiologica e l'infermiere mi dice che successivamente passerà ad aiutarmi ad alzarmi e accompagnarmi in bagno per provare a vedere se urino regolarmente. Non essendo stato sedato (a differenza del mio compagno di stanza, che ora ronfa beatamente), sono perfettamente lucido e tutto sommato tranquillo, non avverto grossi dolori, l'unica cosa che mi da parecchio fastidio è che sento un sacco di aria nell'intestino che lo gonfia e preme nella zona della ferita, tanto che non riesco a capire se i dolori che provo sono provocati dalla tensione addominale o dalla ferita. Passa l'infermiere, mi aiuta ad alzarmi sincerandosi del fatto che non abbia capogiri, nausea o altro causati dall'anestesia, ma appunto non essendoci stata sedazione tutto fila liscio, cammino senza grossa fatica fino in bagno dove mi siedo sulla tazza e con qualche difficoltà riesco ad urinare un po', poi torno a letto accompagnato dall'infermiere. Finito il primo bolo di fisiologica me ne viene fatto uno di Toradol, che sarà l'unico antidolorifico che mi verrà somministrato durante la degenza,, dopodiché me ne fanno uno di glucosato (così credo di aver capito) e successivamente un'altro di fisiologica che non terminerò perché alla fine decideranno di dimettermi prima che sia finito. Mi portano da bere del té con delle fette biscottare invitandomi a provare a mangiucchiare qualcosa, e con cautela mangio, in più riprese, due fette biscottate ammorbidite nel té. Comincio però a sentirmi meno bene di prima, non tanto per i dolori, ma per il fatto che forse comincio ad essere stanco, la posizione sdraiata mi causa un po' di nausea, e mi sale un'agitazione che prima non avevo. Mi deprimo a vedere la differenza fra me e il mio compagno di stanza, che appunto scalpita per uscire e sembra non sentire nessun malessere né dolore. Inoltre, quando viene l'infermiera a controllare la medicazione della ferita, decide che la sua è a posto mentre la mia va sostituita perché lievemente macchiata di sangue. Tutte queste cose, unite al gonfiore addominale che non mi da tregua, insinuano in me il dubbio che la mia operazione sua andata peggio della sua, e contribuiscono a deprimermi. Verso le 17 passa l'anestesista, che da parere favorevole alle mie dimissioni, ma c'è il problema dell'antidolorifico che devo prendere a casa: siccome il paracetamolo è fra i farmaci a rischio, tentenna poi decide di prescrivermelo a dosaggio ridotto, 500 mg a partire dalle 23 ogni otto ore. L'infermiera avrebbe suggerito il Toradol, ma lui, non so bene per quale motivo, non accoglie il suggerimento. Per la visita del chirurgo occorre attendere quasi le 19 perché impegnato in diverse urgenze, quando arriva si limita a dare una veloce occhiata alla medicazione e da anche lui l'ok per la dimissione. L'infermiera mi spiega come cambiare la medicazione, mi da il foglio per la visita successiva fra una decina di giorni in cui mi toglieranno i punti e i numeri da chiamare in caso di emergenza. La mia compagna mi accompagna in sedia a rotelle fino all'auto, i pochi passi che faccio per salire in macchina mi avvertono che il dolore comincia ad accentuarsi. Per fortuna i sobbalzi durante il viaggio in auto non mi procurano grossi fastidi, ma quando scendo e comincio ad affrontare le scale delle fitte brucianti provenienti dalla ferita mi fanno serrare i denti per il dolore.
Ora sono a letto dopo aver mangiato un po' di pasta in brodo, i dolori che prima si presentavano solo muovendomi cominciano a darmi fastidio anche da fermo, fra poco prenderò la tachipirina sperando, anche se ne dubito a questo dosaggio, che mi aiuti a dormire un po' stanotte.
eccoti tesserato! Come ti senti oggi? Il tuo resoconto è ottimo e dettagliato, peccato per gli inconvenienti di percorso e per il dolore che spero stia passando. Di solito un po' di male si sente, fa parte del gioco e va messo in preventivo; alcuni di noi sono particolarmente fortunati e quasi non ne sentono, ma per altri ci possono essere dolori anche acuti e presistenti, da tenere a bada con gli antidolorifici per i primi tre/quattro giorni, poi la situazione migliora progressivamente.
Facci sapere come stai ora e se hai domande o dubbi da chiarire cercheremo di risponderti al più presto.
eccoti tesserato! Come ti senti oggi? Il tuo resoconto è ottimo e dettagliato, peccato per gli inconvenienti di percorso e per il dolore che spero stia passando. Di solito un po' di male si sente, fa parte del gioco e va messo in preventivo; alcuni di noi sono particolarmente fortunati e quasi non ne sentono, ma per altri ci possono essere dolori anche acuti e presistenti, da tenere a bada con gli antidolorifici per i primi tre/quattro giorni, poi la situazione migliora progressivamente.
Facci sapere come stai ora e se hai domande o dubbi da chiarire cercheremo di risponderti al più presto.
Buon postoperatorio e a presto,
Originariamente inviato da Marcello62 - Oggi : 13:46:33
Allora, non sto certo bene, di sicuro io rientro nella seconda categoria sopra descritta, quella che ha dolori acuti e persistenti, e il basso dosaggio dell'unico antidolorifico che mi hanno prescritto non mi aiuta molto (il paracetamolo; continuo a capire perché non mi abbiano prescritto almeno anche il toradol: mia sorella, che due anni fa è stata sottoposta ad un cesareo d'urgenza, è stata dimessa anche lei con il paracetamolo come unica prescrizione medica, ma visto che non le faceva nulla è stata lesta a prendersi le gocce di Toradol che fortunatamente avevano in casa) ma voglio riallacciare il filo dove l'avevo interrotto mercoledì sera.
Mercoledì notte riesco incredibilmente a dormire coricato sul fianco sinistro (quello opposto al lato della ferita) fino alle 6 circa senza provare grossi dolori. Indugio nel letto per non svegliare la mia compagna, poi quando si alza anche lei riesco anch'io a camminare fino in cucina senza grossi problemi e a fare colazione seduto (tre fette biscottate di numero ammorbidite nel te. Dopodiché vado in bagno a urinare, prendo la tachipirina e torno a letto. Sono ottimista, e sbaglio, perché di lì a poco comincio a sentire delle fitte al basso addome destro, un po' sopra la ferita, come se ci fosse una di queste tre cose: a) una lesione tipo stiramento ai muscoli dell'addome; b) qualcosa che spinge in alto contro i muscoli suddetti; c) del gonfiore causato da gas all'interno del colon che preme sui muscoli suddetti.
Potrebbero essere solo alcune di queste tre cose, il gas c'è sicuro perché poi ne emetterò, perdonatemi la scurrilità, in gran quantità. Ma anche quando sono completamente disteso in posizione supina sento sempre questo dolore che si propaga verso l'alto unito alla sensazione di tensione, che mi da più fastidio dei dolori che provengono dalla ferita stessa. Cerco di non pensarci e dopo un po' mi riaddormento. Verso l'ora di pranzo mi rialzo dal letto per andare a tavola a mangiare qualcosa (sempre pastina in brodo e poi un po' di stracchino), mi siedo a tavola, ma sento subito stavolta che i dolori a livello della ferita, più precisamente sento che qualcosa brucia lungo la ferita stessa, sono troppo forti e decido di ritornare a letto e mangiare stando seduto lì. Dato che la tachipirina non sembra aver sortito nessun effetto alle 15 provo con l'ibuprofene 200 mg, ma anche questo non mi aiuterà molto con i dolori. Per distrarmi sto un po' a navigare al pc portatile, poi mi riaddormento, e mi sveglio nel tardo pomeriggio cominciando a sentirmi male, ma in un altro modo: avverto una lieve sensazione di nausea, naso e gola mi pizzicano un po', il battito è accelerato e mi scotta un po' la fronte. Misuro la febbre e sono a 37.2°C. Riprovo a mettermi a dormire ma l'agitazione me lo impedisce, mi metto quindi in posizione seduta sul letto a fissare il muro perché anche leggere o guardare lo schermo del portatile mi accentuano la nausea. Quando la mia compagna ritorna dal lavoro mi faccio preparare del riso in brodo e del purè che mangio seduto a letto dato che mi sento troppo intontito per alzarmi, alle 23 prendo la tachipirina sperando che almeno serva ad abbassarmi la febbre (lo so che sembra poca cosa, ma io di norma ho la temperatura corporea standard piuttosto bassa, sotto i 36°C, per cui anche i 37°C mi danno un po' fastidio). Con fatica prendo sonno, sempre sul fianco sinistro, ma alle 3 mi sveglio con i sintomi sopra descritti ancora più accentuati, misuro la febbre ed è salita a 37.5°C. Decido comunque di non svegliare la mia compagna a quell'ora dato che la attende una giornata piuttosto pesante, stringo i denti e non so come dopo un po' mi riaddormento. Alle 6.30 mi risveglio di nuovo e sto ancora peggio, la gola comincia a bruciarmi parecchio e la febbre è salita a 38°C, a quel punto decido di svegliare la mia compagna e le chiedo di portarmi un po' di te al limone con due fette biscottate prima di prendere di nuovo la tachipirina perché ho paura di vomitarla. Miracolosamente riesco a mangiare le fette senza problemi, prendo la tachipirina, e questa volta dopo un po' comincio a sentirmi meglio, dopo un'ora misuro la febbre e fortunatamente è scesa a 37.2°C, solo la gola continua a darmi un po' fastidio. Piano piano mi riaddormento e mi sveglio verso le 10.30 che sto decisamente meglio, ho solo la pressione piuttosto bassa (60/90) e fatico ad alzarmi dal letto. Mi sforzo comunque e mi reco in cucina, dove mangio due altre fette biscottate stavolta con un po' di marmellata per far sì che gli zuccheri mi aiutino a far risalire la pressione. Bevo ancora un po' di te, passeggio un po' per casa e noto che il dolore alla ferita è diminuito, mentre persiste il dolore/tensione sopra la ferita. Ritorno a letto e mi metto in posizione seduta, sto un po' al pc portatile attendendo l'ora di pranzo, quando mangerò solo un po' di purè per paura della nausea. La febbre è sempre a 37.2°C, alle 15 prendo la tachipirina e mi metto a scrivere questo messaggio.
In sintesi: - sono sfortunato ad essermi beccato questa pseudo-influenza che sta rallentando i miei tempi di recupero; - sono un po' preoccupato per: a) la sensazione di dolore/tensione sopra la zona della ferita che ho descritto sopra; b) il fatto che da mercoledì mattina ad oggi non sono ancora andato in bagno ad evacuare, e non ho ancora nessuno stimolo. Sto cercando di bere molto ma oggi con la nausea da febbre è un po' più complicato. Ora smetto perché appunto scrivere questo post mi ha fato aumentare la nausea, ogni consiglio e suggerimento è ben accetto.
Caro hardhu, come avrai già letto nell’archivio del Forum e come hai potuto sperimentare di persona, ogni movimento di contrazione o di estensione della muscolatura addominale genera tensione sulla sutura recente, quindi dolore o forte bruciore. Quando camminiamo, istintivamente stiamo storti per non sollecitare troppo la ferita, quando siamo a letto troviamo difficoltà stando totalmente distesi, possiamo restare seduti per poco tempo perché la ferita resta troppo “compressa”, dunque ognuno di noi deve trovare, provandole, quelle posizioni che gli rendono possibili i movimenti e il riposo senza eccessivi dolori. Nei primi giorni ci vuole tanta pazienza adattandosi alla situazione. Per stare sdraiato supino potresti provare a mettere sotto le ginocchia un cuscino piegato, o arrotolato, in modo da mantenere le gambe un po’ flesse togliendo tensione alla zona operata. La posizione da seduto la soffrivo anch’io, pur non avendo forti dolori, riuscivo a mangiare a tavola, ma poi dovevo coricarmi per allentare la tensione. Andava meglio su sedie alte perché la ferita era meno compressa, il peggio era stare seduto in auto.
Di solito in terza giornata si riesce a “sbloccare” l’intestino, ma qui puoi leggere nel dettaglio le possibili soluzioni secondo l’esperienza del nostro Fabio: http://www.herniasurgery.it/forum/t...OPIC_ID=3505
La febbre può capitare, molti di noi l’hanno avuta e di solito dura poco, ma vale la pena parlarne al medico curante, o meglio ancora, chiedere al chirurgo che ti ha operato.
Compatibilmente con le tue possibilità, cerca di muoverti in casa, alternando momenti di attività e di riposo.
Soprattutto non perderti d'animo, ci vorrà un po' di pazienza, ma alla fine tornerai alla tua normalità quotidiana.
ottima descrizione hardu, servirà sicuramente ai futuri fratelli d'ernia, però
però niente di nuovo sotto il sole, si perchè, a parte l'esperienza personale che in qualche modo ci fa pensare di essere unici, in realtà fino ad ora, a parte qualche linea di febbre che comunque spesso capita, sembra un inizio di post del tutto simile ad altri quindi non ti preoccupare e appena scende la febbre cerca di camminare un pò per casa che aiuta anche per le difficoltà intestinali
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1 ospite.)
Spedito - 30/10/2014 : 19:33:28
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