Innanzitutto, faccio i dovuti ringraziamenti a tutti, sia chi gestisce il forum, sia chi interviene... il mio decorso post-operatorio è stato molto diverso da quanto mi attendevo, e leggere i diversi post mi ha aiutato meglio ad inquadrare la problematica. Provo a retribuire riportando anche la mia esperienza, e sperando che possa servire ad altri :-)
Dopo un mese... sono ancora "convalescente": lungo la cicatrice (un taglio di circa 10 cm) permane un gonfiore e la zona sottostante è molto "dura". Non posso parlare di veri e propri "dolori" ma di un fastidio che si accentua nelle ore notturne.
Pare sia una cosa relativamente "normale" almeno a detta dell'infermiera che mi ha visto la settimana scorsa, ed i miei famigliari mi hanno riferito di un conoscente che ha avuto dolori per un anno dopo l'operazione, poi è andato tutto a posto... incrocio le dita: effettivamente di settimana in settimana riscontro miglioramenti, lenti ma costanti.
Il problema maggiore sin qui probabilmente è proprio stato l'incompletezza delle informazioni ricevute: mi sono stati presentati i pro- ed i contro dell'operazione, es. il rischio di dover soffrire dolori cronici, ma sul decorso post operatorio si è un po' sorvolato :-(
Ora ho scoperto che la velocità o meno del recupero dipendono da una pluralità di fattori, che da quanto ho capito non sono neppure facilmente prevedibili, ma variano da individuo ad individuo. Mi sono anche fatto una ragione del fatto che i dolori si accentuino nelle ore notturne. Pare che l'attività del sistema immunitario (ed anti infiammatorio) raggiunga il picco di notte.. probabilmente il dolore in questo caso è un buon segno, indica semplicemente che il mio corpo sta facendo del suo meglio per guarire (si tratta solo di una mia supposizione, ma l'idea mi conforta).
Due parole sui primi giorni dopo l'operazione: * dolori lancinanti (gli antidolorifici prescritti sostanzialmente non facevano effetto) * sanguinamento (ridotto) anche a distanza di un paio di giorni * gonfiore ed ematoma diffuso che anzi si è allargato a tutto l'inguine ed ai genitali ed è persistito a lungo (a memoria, tre settimane).
Successivamente, mentre la ferita si rimarginava completamente e l'ematoma apparentemente veniva riassorbito, è restato un gonfiore molto esteso, ed una sottostante rigidità dei tessuti... che però piano a piano si va riducendo (come scritto sopra, ora è limitato alla zona lungo/sotto la cicatrice).
Questo è quanto!
Io resto ottimista, e non rimpiango la decisione di farmi operare. Anche l'ernia era dolorosa, ora almeno conto che i miei fastidi vadano ad esaurimento :-)
Bè direi che cio' che hai riportato centra tutti i punti fondamentali del discorso ed è molto importante e di sostegno x quanti si fanno eccessivamente buttar giu' x sintomi vari(all'epoca ero tra questi). Eè importante un atteggiamento attento ,prudente ma comunque positivo e razionale.Io addirittura mi feci 3 mesi di convalescenza...la prudenza non è mai sbagliata,magari l'eccessiva ansia x dolori o da prestazioni sicuramente non aiutano x un decorso postoperatorio sereno.
Sei stato di aiuto piu' di quanto tu possa pensare,continua a scriverci se vuoi,sarebbe importante.
Ora di mesi ne sono passati tre ed invio un nuovo aggiornamento. Più sotto colgo anche l'occasione per rispondere all'invito di marco 70, che chiede di sapere di più della mia esperienza all'estero per confrontarla con quella italiana.
Dunque, come sto? La zona lungo la cicatrice è ancora dura, ed un po' gonfia, faccio fatica a valutare se meno di prima, forse sì, ma poco poco. In compenso il "fastidio" di cui riferivo è scomparso, evviva!
Forse può anche servire dare qualche dato in più su di me e la mia situazione: sono sopra i 50, sovrappeso (ahiahi) e faccio un lavoro abbastanza sedentario (ahiahiahi), in compenso sono abbastanza attivo. Mi sposto quasi sempre in bicicletta, faccio come minimo una passeggiata al giorno di 60/90 minuti, ed ogni settimana 2/3 volte in palestra, 2 volte yoga, 1/2 volte piscina per 2000 metri di nuoto.
Ed ora la questione "estero". Vivo da oltre 10 anni in Danimarca, ed è qui che sono stato operato. Il servizio sanitario qui è quasi esclusivamente pubblico, ed il privato convenzionato ha un ruolo sussidiario spesso sotto la regia pubblica.
I "medici di base" peraltro sono "liberi professionisti" convenzionati con la sanità pubblica. I servizi sono in genere gratuiti con pochissime eccezioni (esempio la redazione di un certificato richiesta dalla mia assicurazione per valutare le condizioni di una polizza vita).
In genere (forse sempre: vale in tutti i casi che conosco) uno o più medici sono titolari di un ambulatorio, presso il quale oltre ai "partner" sono impiegati altri medici ed infermiere. L'ambulatorio realizza anche semplici esami di laboratorio, oppure - per le analisi più complesse - fa da "punto di raccolta" per i campioni che poi vengono inviati a centri più attrezzati.
È possibile fissare appuntamenti via internet, e su internet posso consultare la mia cartella clinica comprendente le visite (medico di base, specialisti, ospedali), le analisi fatte, le medicine prescritte ecc ecc. Nel caso di cambiamento di medico, tutte le informazioni sono rese accessibili al nuovo medico. Per quanto riguarda le prescrizioni di medicine sono sempre disponibili presso le farmacie, ed in farmacia mi basta mostrare la tessera sanitaria perchè il commesso abbia accesso alla lista delle prescrizioni. Nel caso di eventuali esenzioni o riduzioni (oltre una certa soglia di spesa annua) vengono calcolate automaticamente dato che il sistema ha un archivio sempre aggiornato.
Nel caso dell'operazione di cui parliamo, il medico di base mi ha immediatamente reindirizzato via pc al reparto di urologia dell'ospedale più vicino. Dopo pochi giorni mi è arrivata una lettera con la data proposta per la visita specialistica ed una serie di informazioni aggiuntive (la durata prevista, gli eventuali tempi di attesa preventivabili, i casi in cui si può ottenere il rimborso del trasporto da/per l'ospedale e come richiederlo). Si tratta di una lettera "standard" che ricevo ogni volta che vengo messo in contatto con il livello "specialistico" ma molto chiara ed informativa. Se non ricordo male, tra la richiesta e la visita sono passate ? (non ricordo, penso 2/3) settimane. Qualche giorno prima della visita inoltre viene spedito un SMS con un reminder...
Nel caso della consultazione pre-operatoria vengono raggruppate nello stesso giorno più colloqui: * un colloquio introduttivo con l'urologo che verifica l'opportunità di procedere ad un intervento chirurgico e fornisce informazioni in merito (nel mio caso sono stato molto soddisfatto perchè ad una domanda sulle percentuali di insorgenza di complicazioni mi è stata fornita una risposta precisa corredata di cifre). Nel caso si decida per l'operazione si viene passati ad altri reparti: * cardiologia (nel mio caso avevo fatto un controllo di routine pochi giorni prima e l'urologo ha preso semplicemente visione della cartella clinica sul suo pc) * anestesia * al termine si ritorna presso il reparto di urologia dove un'infermiera. Fissiamo data ed ora (dopo ? settimane, penso 4/6) e mi fornisce ulteriori informazioni, opuscoli informativi, indicazioni sugli antidolorifici da prendere successivamente all'operazione ecc. Nel mio caso, questo è stato l'anello "debole" infatti alla domanda sul quando potevo ritornare a lavorare/ svolgere attività fisica la risposta è stata "quando te la senti", ed alla mia successiva domanda "anche il giorno dopo o dopo due giorni?" la risposta è stata "sì, se te la senti non ci sono particolari controindicazioni"... OK, forse ho sottovalutato il suo sguardo un po' sorpreso, ma forse avrebbe potuto dirmi esplicitamente che non sono molti i pazienti che se ne escono "cinguettando" dalla sala operatoria, che qualcuno anzi ha dei dolori piuttosto forti, ed anche per periodi un po' più lunghi.... insomma, mi sono creato un quadro un po' troppo roseo della situazione, ed a fronte dei problemi di recupero che ho avuto mi sono trovato del tutto impreparato.
Passa ancora qualche giorno, ed arriva la solita lettera "standard", in questo caso corredata di una lista degli altri ospedali nel raggio di ? 400/500 km che prestano interventi simili ed i tempi di attesa in ciascun ospedale. Se desidero posso cambiare (costi di viaggio aggiuntivi ovviamente a carico mio).
Arriva il giorno dell'operazione. Accedo al day hospital, reparto tranquillo ed efficiente, colloqui informativo con caposala, mi vengono forniti mutandoni e tshirt d'ordinanza, kit per completare la rasatura (non era abbastanza estesa), prendo le prime pillole.
All'ora prevista arriva il chirurgo (non è lo stesso urologo che mi ha intervistato, ma anche questo è normale, in Danimarca ci si dividono i compiti, tutto ruota sulla cartella clinica) si presenta, mi da qualche informazione, mi chiede se ho domande. Qualche difficoltà di comunicazione: lui è (credo) ungherese, io italiano, le nostre pronuncie in danese non sono 100% compatibili, l'infermiera chiarisce.
NB. in Danimarca ho trovato molti medici stranieri, soprattutto specialisti. Quelli extra-europei (soprattutto medio orientali) parlano svedese o danese con forte accento svedese. Penso che in Svezia sia più facile vedersi riconosciuti i titoli ed accedere alla pratica, poi di lì, via EU o accordi interscandinavi, ci si trasferisce.
Torno all'operazione. Arriva l'anestesista, si presenta e mi accompagna in sala. La mia frequenza cardiaca a riposo è molto bassa. Per me si tratta di una cosa normale, mi viene fatta qualche domanda di controllo per avere un qualche riscontro (attività sportive praticate ecc).
Al risveglio inizio subito ad avere dolori, mi viene fornita qualche pillola, poi una iniezione di morfina che invece di aiutare mi produce formicolio e palpitazioni. Infermiere sul chi vive, vengo monitorato con una certa frequenza, nuove domande sulla mia frequenza cardiaca bassa.
Resto in reparto un po' più a lungo di quanto fosse previsto, ma quando l'ora di chiusura si avvicina, nuovo colloquio e via, ora di sloggiare, nel frattempo è arrivata mia moglie (devo essere consegnato ad un adulto che si impegna a tenermi d'occhio per le 24 ore successive).
L'assistenza specialistica cessa qui, e non sono previste verifiche ulteriori (almeno a breve, se verrò riconvocato fra qualche mese aggiornerò il post). Sarò io - a fronte di dolori fortissimi, un ematoma diffuso, ferita sanguinante a distanza di due giorni ecc. a rivolgermi per chiarimenti al medico di base... niente di cui preoccuparsi, mi viene detto. Io però mi preoccupo, e finalmente dopo un po' trovo questo forum... leggo storie di tanti che hanno avuto la stessa esperienza. Ah, ma allora è davvero normale! Che sollievo.
Conclusione... dal punto di vista "tecnico" penso l'organizzazione sia stata impeccabile... qualcosa però è mancato sul lato informativo, ed in questo penso la mia esperienza danese si discosti molto poco da quella di chi vive in Italia.
Alla prossima... fra qualche mese vi saprò dire :-)
Ormai è passato un anno e colgo l'occasione per un aggiornamento "conclusivo" (chiarirò sotto il virgolettato).
Innanzitutto, le buone notizie. I dolori lungo il taglio si sono mano a mano diradati ed affievoliti fino a scomparire qualche mese fa. La cicatrice è restata. è visibile come una striscia rosa o rossa a seconda dei tratti (più che accettabile), liscia in superfice, ma la palpazione svela un "indurimento" (anche questa è una condizione accettabile, non mi crea fastidio).
Purtroppo da circa un paio di mesi sono insorti dolori abbastanza frequenti e sensibili nella stessa zona dell'ernia, ben distinti da quelli precedenti relativi alla ferita. Temendo la recidiva, sono tornato dal medico, e sono stato rimandato dallo specialista... ma questa è un'altra storia... a parte perciò apro un altro "thread".
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Spedito - 04/08/2014 : 12:08:02
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