sono stato operato a sinistra tre volte. Ed ora si è ripresentata! Sono stato operato una volta a destra. Ed ora ...! A sinistra sono stato operato nel 1986, 1999 e 2003. A destra nel 2000. Mi hanno sempre consigliato di controllare la stitichezza ed anche di non mettere pantaloni o vestiti attillati che premono sulla regione addominale. Ma non è servito. Forse avrò sbagliato qualcosa.
Mi hanno detto che a destra potrei operarmi "a cielo aperto" perché è appena la seconda volta. A sinistra, invece, pare che la mia unica possibilità sia con la laparoscopia.
Il mio problema, fra i tanti anche di tipo famigliari che a voi non interessano, è trovare un buon chirurgo/reparto. Qui a Napoli; perché non possibilità di muovermi. Sapreste indicarmelo? Il mio medico di base mi ha mandato al 2° Policlinico, nel 2003, e più di tanto non sa.
Chiedo umilmente scusa se Vi affliggo con la mia angoscia. Ma vi posso assicurare che stare semplicemente seduto e sentire dolore non è piacevole. Sommato ai problemi famigliari ...
Sono stato dal prof. F. Corcione (www ospedalemonaldi it). Al quale ho fatto leggere anche quanto scritto da me in questo forum.
Mi è sembrata un medico umano, oltre che un buon medico. Ha detto che il mio è il classico caso da trattare con la laparoscopia per poter avere una visione più ampia di tutta la cavità addominale.
Purtroppo i tempi sono un po' lunghi : circa un anno.
Modificato da - DanieleNapoli on 10/02/2006 19:16:09
Bene! Corcione è uno dei chirughi più preperati in Italia in questo genere di interventi e la lista non è eccessiva, tenendo conto del numero di pazienti che vi accedono.
Se può essere d'aiuto la mia testimonianza, io mi sono affidato al Prof. D. Giglio che è il responsabile del reparto di Chirurgia d'urgenza all'Ospedale Don Bosco di Napoli. Mi sono rivolto a lui perché a sua volta mi è stato consigliato dal mio oculista di fiducia.
Ehm, veramente non so che cosa significhi "laparoscopia". Ho una cicatrice di 10 cm sulla zona dei peli pubici, credo che non si tratti di un intervento con sonde. In tal caso, chiedo l'aiuto dell'amministratore, comunque giovedì chiederò che tecnica è stata usata...
Sono stato chiamato, dopo soli quattro mesi dalla mia prenotazione, per essere operato nell'ambito del XI corso residenziale "Laparoscopic Surgical Week: Full Immersion", 26 - 30 Giugno.
Racconto molto brevemente la mia esperienza. Il primo e secondo giorno ho fatto i cosiddetti "accertamenti": analisi sangue ed urina, radiografia torace, elettrocardiogramma nonché la visita con il medico del reparto, ... Il terzo giorno mi è stato fatto indossare un camice e sono sceso, con i miei piedi, nel reparto operatorio dove sono stato su una barella per circa un'ora. Durante questo periodo ho ricevuto la visita dell'anestesista. Entrando in camera operatoria, potete immaginare il turbinio di sensori, monitor e gente intorno a me. Dopo circa tre ore mi sono svegliato nell'anticamera della sala operatoria e sono stato riaccompagnato in camera, sdraiato su una barella. Personalmente ho gradito scendere con i miei piedi anziché ricevere la somministrazione del preanestetico in camera e dover scendere su una barella. Il mattino del giorno dopo, il quarto, mi hanno tolto il catetere e fatto alzare. Ovviamente, in queste ore di degenza post operatoria mi hanno messo alcune, piccole, fleboclisi, suppongo con antibiotici e/o altro. Il giorno dopo sono uscito.
Una settimana dopo l'intervento sono tornato in Ambulatorio per farmi togliere i pochi punti che mi hanno messo. E per un controllo in genere della riuscita dell'intervento. Tutti e tre i fori sono su una linea immaginaria all'altezza dell'ombelico, a circa dieci centimetri l'uno dall'altro. Attualmente, a otto giorni dall'intervento, avverto ancora dei fastidi, una pesantezza, nella zona dell'inguine. Come se avessi ancora l'ernia. Forse perché l'intervento è ancora troppo recente? o è la tecnica che è differente da quella tradizionale a campo aperto?
Ho anche chiesto copia della cartella clinica, ma mi verrà data a settembre (considerando il mese vacanziero di agosto). Se vi leggessi qualcosa che - da inesperto - ritengo interessante, lo verrò ad aggiungere.
Invio il link al prof. Corcione che mi ha operato. Fra l'altro, sulla Scheda di Ricovero che mi è stata consegnata all'uscita, vi è l'indirizzo del sito di Chirurgia Generale - Laparoscopia dell'Osp. Monaldi a cui, però, mi sembra non corrisponda nulla. Credo che Voi potreste avere qualcosa da insegnare, a tal riguardo, al prof. Corcione.
In fine, è doveroso il ringraziamento a Voi oltre che al prof. Corcione ed alla sua equipe.
Modificato da - DanieleNapoli on 07/07/2006 11:48:35
Attualmente, a otto giorni dall'intervento, avverto ancora dei fastidi, una pesantezza, nella zona dell'inguine. Come se avessi ancora l'ernia.
Originariamente inviato da DanieleNapoli - 07 lug 2006 : 11:46:04
nella descrizione dell'intervento contenuta nella copia della cartella clinica leggo "riduzione del contenuto erniario in addome". Però confermo che, soprattutto a destra, ho l'impressione di avere ancora l'ernia. Quando cammino, mi stanco, un po' di più qualche fastidio lo avverto anche a sinistra. Forse perché la manipolazione degli organi possibile con la laparoscopia è inferiore a quella con la tecnica a "cielo aperto". Magari sono anche io un po' "sensibile". Comunque non mi lamento di certo.
questa mattina son stato a ritirare la copia della cartella clinica.
Vi son scritte alcune cose che non riesco a capire del tutto, sia per la grafia del medico che per l'inchiostro un po' scambiato. Le analisi del sangue / urina e la radiografia del torace sono normali. L'elettrocardiogramma non mi pare vi sia.
Nella descrizione dell'intervento leggo: "Preparazione del flap peritoneale a sinistra fino ad esposizione del Cooper. Riduzione del contenuto erniario in addome. Parietizzazione degli elementi funicolari. Posizionamento di protesi di polipropilene 10x14 fissata con taker. Chiusura del flap peritoneale in sutura continua in vicryl 2/0". Analogamente per la parte destra, salvo il fatto che la protesi mi è stata fissata con colla di fibrina.
La descrizione significa che è stato aperto il peritoneo della parete (dall'interno), per esporre il canale inguinale, che il contenuto dell'ernia è stato riportato in addome, che gli elementi del funicolo spermatico sono sati isolati e spostati per far posto alla rete e che è stata posizionata una rete in polipropilene fissata con punti metallici da una parte e con colla di fibrina dall'alttra.