Le scrivo per esporre il quadro clinico di mia madre di anni 72.Dopo due mesi dall’ intervento chirurgico di isteroannessiectomia bilaterale e colposacropessia (prolasso urogenitale) avvenuto nel maggio 2005 nella clinica urologia dell’Università degli studi di Perugia è “fuoriuscito” un laparocele. Nel settembre 2005 è stata sottoposta ad intervento chirurgico di plastica per la correzione del laparocele mediano sotto-ombelicale. Nonostante una convalescenza in assoluto riposo, dopo due mesi, il laparocele si è ripresentato. Premetto che in passato mia madre si è sottoposta a ben 7 interventi recidivi di ernia crurale. Negli ultimi periodi si registra un ingrossamento del laparocele sotto l’ombelico a sinistra che la costringe molto spesso a fasi di riposo assoluto. I vari chirurghi consultati nella zona ( Marche, Umbria), non ci hanno dato garanzie sulla riuscita di un ulteriore intervento chirurgico, che,anzi, qualche chirurgo ha caldamente sconsigliato. A questo punto ci troviamo ad un bivio: rischiare, con molta paura della paziente, oppure convivere con molti disagi con questa situazione destinata, credo, inevitabilmente a peggiorare. Cosa dobbiamo fare? Esiste qualche nuova tecnica in grado di garantire la riuscita dell’intervento? La ringrazio anticipatamente e mi scuso per il linguaggio non specificatamente tecnico. Roberto Tomassini
La decisione di intervenire deve essere presa considerando il grado di invalidità che la situazione crea alla paziente. Se la normale vita di relazione e lo svolgimento delle attività quotidiane sono compromesse, allora deve essere considerato l'intervento chirurgico, pur sapendo i rischi a cui si va incontro. I rischi sono determinati dal punto di vista generale dalle condizioni di organi e apparati della paziente, mentre i rischi locali sono legati alle dimensioni del laparocele e dalla necessità di fare anche una lisi delle aderenze che inevitabilmente ci saranno (con i rischi di perforazione intestinale e susseguenti fistole o peggio una peritonite post operatoria). Questo può essere ciò che ha indotto alcuni chirurghi a sconsigliare l'intervento. In Umbria può eventualmente contatttare il dott. Casciola a Foligno, che è un esperto di chirurgia di parete, oltre che ottimo chirurgo.