Prima domanda. Allora, abbiamo capito che la recidiva può essere dovuta a una rottura della protesi, a un suo spostamento e ad altre cause da me non ben identificate. Salvo il primo caso (quello della rottura della protesi), se c'è recidiva significa che qualcosa nella prima operazione non è stata fatta in maniera perfetta. Si può, allora, sempre affermare che se c'è recidiva vuol dire che il primo chirurgo ha commesso un errore? (salvo il caso, lo ripeto, di rottura della protesi).
Seconda domanda. Su questo forum, più volte si è scritto che l'operato d'ernia, passato il periodo di convalescenza, può tornare a fare qualsiasi attività, evitando, però, taluni sport che mettono a dura prova la parete addominale (ad esempio, gli squat in palestra). In ciò trovo una contraddizione perché l'ernioplastica è mirata proprio a rafforzare la parete addominale e perciò agli operati dovrebbero essere consentiti sforzi non consigliabili a tutti gli altri (quelli che non hanno il supporto della protesi). Perchè. richiamando il punto precedente, se la prima operazione è stata fatta bene, non ci può mai essere recidiva.
Mi piacerebbe conoscere il parere del Doc e di tutti gli altri. Grazie.
per quanto riguarda la prima domanda credo, non per difendere la classe medica, che contribuisca anche la fisiologia di ciascuno se il tessuto è particolarmente debole metti una rete da una parte ma può strapparsi poco più in là ovvio che gli errori possono anche esserci
per quanto riguarda il quesito due in effetti la riparazione dovrebbe proprio irrobustire la parte e consentire di fare esattamente quello che si faceva prima alcuni amici del forum hanno confermato di aver ripreso anche lo squat senza problemi però, tenendo conto che una parte irrobustita può far cedere il tessuto sul lato opposto e che anche sullo stesso lato potrebbero (e dico solo potrebbero) verificarsi altri cedimenti io, personalmente lo sconsiglio
più precisamente, sconsiglio lo squat pesante (70-100 e più kg) io stesso faccio squat al massimo con 50 kg sulle spalle
La prudenza di cui tu parli, a maggior ragione, dovrebbero averla quelli che non hanno la protesi.
Lo dicono anche le statistiche: la probabilità di "recidiva" (diciamo l'1%?) è molto più bassa rispetto a quella di essere colpiti per la prima volta da un'ernia inguinale.
credo che il tema non sia cosi semplice..voglio dire che ci sono casistiche di atleti che devono per forza riprendere livelli ottimali dopo un intervento del genere,altre casistiche piu' ordinarie che presentano comunque una fragilita congenita nella parete addominale e inguinale che finiscono in ogni caso a convivere con una certa prudenza...
Personalmente partii a fare sport con tutti i timori possibili e via via cimentarmi in discipline dure x la parete addominale...,è andata bene ,non saprei , comunque la soggettivita' e l'assoluta autodisciplina nel riprendere diversi livelli di prestazione sono fondamentali.Poi c'è la fortuna ovvio.
- possibilità di recidiva 1% - possibilità di essere colpiti per la prima volta da un'ernia inguinale 20%
Da un punto di vista logico (noi abbiamo la protesi, gli altri, invece, no) e statistico (vedi sopra), agli operati di ernioplastica dovrebbero essere consentiti sforzi che gli altri si possono solo sognare.
Anche perché se ti viene l'ernia inguinale, la colpa non è dello sforzo fisico ma di una debolezza strutturale della parete addominale. Ma se hai la protesi, il problema di questa debolezza non deve esistere più.
Se facessimo un'indagine tra quelli che hanno subito una recidiva, io penso che troveremmo parecchi sedentari.
Non perché la sedentarietà aumenti il rischio di recidiva, ma semplicemente perché la recidiva ti capita indipendentemente dai tuoi comportamenti. Ma questa è soltanto una mia idea.
Sono in ferie.. Interessante quesito, ma non c'è risposta, perchè se le recidive sono intorno all' 1% è anche perchè l'operato evita gli sforzi.. Il meccanismo della recidiva è complesso, dipende si dai fatti che hai indicato oltre alla rerazione dell'organismo che provoca spesso una retrazione della rete nel processo di inglobamento, che non è quantificabile e in questo meccanismo a volte si scopre una porzione di parete più debole dove affiora la recidiva. D'altra parte mettendo una rete molto grande si hanno inconvenienti peggiori tipo dolori sieromi e tutte le complicazioni che sono elencate dagli utenti di questo forum ma ampificate.. per cui non esiste la tecnica perfetta, ma quella consigliata perchè a parità di condizioni offre risultati molto soddisfacenti. Per quantoi riguarda gli sforzi concordo che se tutto è ok i limiti sono quelli che detta l'organismo, non per niente i calciatori si operano e tornano a fare i calciatori...
Se ho capito bene, allora, c'è un processo di inglobamento della rete nell'organismo ed è nel corso di questo processo che si possono verificare dei problemi che portano ad una recidiva. Quindi, quando questo processo di inglobamento si è concluso, può dirsi scongiurato il rischio di recidiva? Ovvero, è possibile quantificare un lasso di tempo decorso il quale, il processo di inglobamento può dirsi concluso e quindi non è più possibile la recidiva?
Aspetterò la sua risposta, ovviamente, al ritorno dalle ferie.
1 Quindi, quando questo processo di inglobamento si è concluso, può dirsi scongiurato il rischio di recidiva? 2 Ovvero, è possibile quantificare un lasso di tempo decorso il quale, il processo di inglobamento può dirsi concluso 3 e quindi non è più possibile la recidiva?
Beh, sapere quando dura il processo di inglobamento sarebbe già un buon inizio... 1 mese, 2 mesi, 6 mesi, 1 anno? Perché poi, secondo me, tutto ci deve essere consentito e i timori che noi abbiamo, hanno solo natura psicologica.
Si, stai più attento ma a che cosa? Se hai un problema sulla parete addominale, l'ernia ti viene anche se fai uno starnuto. Non bisogna, allora, più starnutire? Io su questo sono abbastanza categorico. Passati i 6 mesi per l'inglobamento della rete, dobbiamo smetterla di pensare all'operazione, tanto se la recidiva di deve venire, ti viene lo stesso anche se stai tutto il giorno seduto sul divano a guardare la tv.
Wow mi piace questo argomento e anche il tono di alfa, un po' provocatorio. Come ha sempre detto doc, dopo operato sei come prima e anche meglio, per cui non vi sono "nulla osta" alla ripresa delle attività. Tuttavia, se si leggono bene i nostri consigli, noi raccomandiamo sempre di avere cautela nella ripresa, da fare assolutamente da zero, in modo da consentire un graduale abituarsi del corpo alla nuova condizione. Insomma, un pizzico di intelligenza. Inoltre, direi che il processo di integrazione inizi da subito, e termina in un periodo differente da soggetto a soggetto. Possono essere due, tre o anche più di sei mesi.
per me stare più attento ha significato che per 4 anni non ho fatto squat ma altro di alternativo poi ho ripreso pian piano ma comunque non mi carico più 100 kg sulle spalle per far gambe può essere che non sia necessario e che la mia rete mi consenta anche quello ma io non lo faccio lo stesso perchè l'ernia mi è venuta si debolezza della parete addominale ma anche perchè ho spinto e credo proprio con lo squat, non per uno starnuto per me questo è stare più attento, non so se è chiaro
Credo che al di là che uno riprenda una attività fisica più o meno intensa o che riprenda le sue attività quotidiane , effettivamente l'intervento dovrebbe correggere un difetto congenito prima presente e quindi apportare un inevitabile miglioramento sulla carta ....poi i normali sintomi di doloretti bruciori che nel tempo si presentano (senza parlare di recidiva)ci danno solo il piccolo promemoria che.....l'intervento c'è stato e quindi la questione si fa puramente psicologica . Capisco quindi la questione e tante volte me la sono posta anche per dare una giusta dimensione(o almeno cercare)al mio percorso sportivo, per cercare l'obbiettività nei miei momenti di scoramento quando sentivo certi sintomi.
frequentando il forum poi ho fatto conoscenza comunque con un ansia comune a tutti noi nella ripresa della sicurezza innanzitutto di noi stessi,la vita sessuale ,lo sport e quindi perchè no?l'autostima.
D'accordo sul fatto che in genere si parla di difetto congenito ecc... Però riguardandomi un pò indietro avendo nei primi miei 12 anni lavorativi fatto indubbiamente sforzi più che notevoli(cantieristica ecc..)e non (stupidamente)essendomi mai limitato ,potrebbe anche esserci talvolta una casistica in cui semplicemente si danneggino i tessuti muscolari x semplice nostra incuria.
Il crack fisico quindi serve a ricordarci semplicemente che la prudenza è alla base di tutto e quindi al di la di un intervento migliorativo,pensare ad un incremento post operatorio delle nostre capacità naturali senza prudenza alcuna,è indubbiamente inopportuno.
@Francer l'ernia ti è venuta per la debolezza della parete addominale, non perché hai spinto con lo squat. Questa può essere stata una causa scatenante, ma prima o poi l'ernia ti sarebbe venuta lo stesso anche senza lo squat. Perché se c'è debolezza, l'ernia ti viene. E lo stesso per la recidiva. Perciò, tutte le precauzioni che possiamo adottare sono solo pura illusione. E' la riprova di ciò che sto dicendo è molto semplice: chiediamo agli utenti del forum che hanno subito una recidiva. E poi, aspettare 4 anni per riprendere lo squat non ti sembra un po' eccessivo?